Domenica sera dall’incontro tra Accademia del Fumetto e
Cineclub Circolo Arci è nata una piacevole e proficua collaborazione. Questo
appuntamento ha visto protagonista il film d’animazione giapponese “Akira” del
1988, scritto e diretto da Katsuhiro Ōtomo,
basato sull'omonimo manga del
medesimo autore. Akira rappresenta l’apice della produzione giapponese, il
punto di partenza al quale i successivi autori si sono dovuti confrontare ed
ispirare. Ōtomo ridefinisce i rapporti tra Oriente ed Occidente, facendo
comprendere i livelli eccellenti ai quali può arrivare un film di produzione
giapponese. In Europa e soprattutto in Italia, Akira è la summa dei motivi stilistici dei vent'anni precedenti di animazione giapponese che ha conquistato in tutto il mondo un grandissimo pubblico. Una vera a propria linea di demarcazione culturale tra chi è cresciuto ad anime e chi no, specialmente in Italia, dove l'arrivo dei cartoni giapponesi ha coinciso con lo sviluppo selvaggio delle tv private locali, bisognose di riempire palinsesti pomeridiani a basso costo. La mole di lavoro e la cospicua
spesa per elaborare e confezionare Akira sono molto noti nel panorama
cinematografico: si parla infatti di 1500 addetti ai lavori per un budget di un
miliardo e ottocentomila yen. L’animazione è fluida e scorrevole ed i
fotogrammi sono quasi tutti reali e fatti a mano, offrendo una portata visuale
mai vista fino ad allora. È ben chiaro che Ōtomo è fortemente influenzato dal
cinema americano. Non si concentra soltanto sulle tematiche tradizionali
giapponesi, ma fonde la propria cultura con quella di Easy Rider e Blade
Runner, creando un qualcosa di unico nel suo genere.
Giulia Turini per Accademia del Fumetto Siena
Giulia Turini per Accademia del Fumetto Siena
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